Una rete domestica fluida nasce da tre scelte semplici: a cosa serve ogni banda, quanto “larga” deve essere la corsia radio, e chi ha la precedenza quando tutti parlano insieme. Con Wi-Fi 7 e MLO puoi far cooperare 5 e 6 GHz come due corsie parallele, mentre 2,4 GHz resta la retrovia per sensori e domotica. Bastano quindici minuti di set-up per eliminare scatti nelle videochiamate, buffering nei film e lag in partita, senza cambiare abitudini o tirare nuovi cavi.
Ruoli chiari per 2,4/5/6 GHz e MLO attivo

Dedicare a ciascuna banda un compito evita che i dispositivi lenti frenino i veloci. Mantieni un SSID separato solo a 2,4 GHz per IoT, stampanti e vecchi telefoni; crea un SSID unico 5/6 GHz con MLO abilitato per tutto il resto, così i client moderni usano 6 GHz come corsia veloce e restano agganciati a 5 GHz se ti sposti o cresce il rumore. Attiva band steering e roaming rapido per spingere i device verso il nodo più vicino e disattiva l’“aggancio appiccicoso” impostando una soglia minima di segnale, così non restano collegati a un access point lontano. Se hai un mesh, usa backhaul cablato dove puoi; in alternativa scegli un kit con backhaul dedicato o multilink, in modo che il traffico tra nodi non sottragga banda ai telefoni. Infine limita l’accesso all’SSID principale ai soli dispositivi che ne hanno davvero bisogno, tenendo tutto il “rumore” su 2,4 GHz.
Larghezze di canale intelligenti: 20/40/80/160/320 MHz senza sorprese
La regola è semplice: più ampia è la corsia, più alta è la velocità di picco, ma più facile è beccare interferenze. Imposta 20 MHz fissi su 2,4 GHz per non schiacciare i vicini e avere portata stabile; su 5 GHz parti da 80 MHz e sali a 160 solo se vivi in zona poco affollata o usi molti trasferimenti locali; su 6 GHz inizia a 160 MHz e passa a 320 solo se i client sono in stanza col router e l’etere è pulito. Se il tuo ambiente genera falsi allarmi radar, evita canali DFS per le call critiche e verifica che il router gestisca bene la selezione dinamica. Non inseguire il numero più alto: una larghezza un filo più stretta ma stabile batte una banda “da brochure” che cambia canale nel mezzo di una riunione. Completa con potenza di trasmissione equilibrata: troppo alta crea sovrapposizioni tra nodi e rende il roaming lento, troppo bassa lascia buchi di copertura.
Priorità chiamate e video: QoS che fa davvero la differenza
Quando tutti trasmettono, serve un arbitro. Abilita WMM e un profilo QoS che classifichi voce e video come traffico in tempo reale, dai priorità alle app di meeting e limita backup, torrent e upload automatici nelle ore di punta. Se il router supporta riconoscimento applicazioni o DSCP, assegna “alta” priorità a Teams, Meet, Zoom e simili; in alternativa usa la priorità per dispositivo su smartphone e laptop di chi lavora. Attiva OFDMA e airtime fairness per impedire che un device lento occupi il canale più del dovuto e blocca dispositivi noti “chiacchieroni” (telecamere cloud, NAS in sincronizzazione) su orari notturni. Per il gaming, assegna bassa latenza ma senza scavalcare la voce: così una chiamata non scatta quando qualcuno apre un upload pesante. Ricorda che anche l’upload è cruciale per video e voce: se il tuo profilo è asimmetrico, taglia gli invii di sfondo quando inizi una call.
Il setup in 15 minuti: dalla presa al test finale

Collega il router al modem, aggiorna firmware e posizionalo in alto e libero da ostacoli; in case grandi accendi i nodi mesh dove effettivamente usi video e call. Crea SSID “IoT-24” solo a 2,4 GHz e “Casa-Pro” su 5/6 GHz con MLO attivo, band steering e roaming rapido; imposta 20 MHz su 2,4, 80 MHz su 5 e 160 MHz su 6 (320 se in stanza e stabile). Abilita QoS con profilo voce/video, assegna priorità ai tuoi dispositivi di lavoro e programma aggiornamenti e backup di notte. Salva e riavvia, poi fai il collaudo: avvia una videochiamata camminando tra le stanze mentre riproduci uno streaming 4K su TV; se compaiono scatti, riduci la larghezza su 6 GHz o sposta il nodo di mezzo metro; se il telefono resta sul nodo lontano, alza di poco la soglia di roaming. Chiudi con un test d’upload mentre sei in call: se la voce gratta, limita o rinvia i carichi in background. Da quel momento, lag e buffer diventano l’eccezione.


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